Èstra: come nasce il nome di un olio

Un racconto paesano che vale più di un’azione di marketing

A Montegiovi, proprio di fronte all’incrocio che porta a Poderi Borselli, c’è una panchina, una di quelle verde chiaro, di ferro, su cui d’estate si siedono, verso sera, gli anziani a chiacchierare.

Quante storie avrà sentito quella panchina! Una di queste ci riguarda da vicino. 

Era il Novembre di qualche anno fa, tempo di raccolta e di frangitura in tutta la valle. 

Le giornate, sebbene non fossero più lunghissime, regalavano ancora un sole se non caldo tiepido, che nelle prime ore del pomeriggio continuava ad essere ideale perfino per le lucertole sui muri.

Quel giorno, quella panchina era occupata dai suoi soliti inquilini, che ovviamente, non potevano non parlare di come quell’anno le olive rendessero poco, della mosca che “aveva fatto misdea”, di come “non c’è più l’olio di una vorta!”. 

Quel giorno, quegli inquilini, vedendo il bel traffico verso Poderi Borselli, si chiesero <Chissà come gli verrà chest’anno l’olio al Borselli. Sarebbe da scoprillo in anteprima!>

Si sa che ne piccoli paesini, in quelle giornate calme, qualsiasi cosa può stuzzicare la fantasia. E si sa che in Toscana siamo abbastanza creativi

Proprio in quel momento passò davanti a loro Grullo (di soprannome e di fatto): capite che un’occasione del genere non poteva sfuggire ai vecchini. Con poche parole lo convinsero ad arrivare a piedi qui, a Poderi Borselli, e a provare ad assaggiare l’olio appena franto. 

L’idea non gli era venuta così, tanto per, ma perché si immaginavano la reazione di Davide. 

Arrivato a destinazione, il nostro Grullo, nascondendosi di cassone in cassone, riuscì ad entrare nel frantoio e, quatto quatto, mettendo una mano a coppa, la intinse in un contenitore pieno d’olio, la tirò su bella grondante e bevve. 

All’ultimo sorso un urlo lo fece trasecolare e le ultime gocce d’olio schizzarono in terra: Davide se n’era accorto. 

In quel momento si palesarono le doti da mezzofondista di Grullo: in pochi minuti riuscì a percorrere la distanza tra Poderi Borselli e Montegiovi, correndo tra gli olivi e le vigne, fino ad arrivare in paese.

Sull’orlo di una crisi respiratoria, arrivato proprio di fronte alla panchina e ai suoi inquilini, alla domanda divertita di chi gli aveva commissionato il lavoro “E allora?”, il corridore rispose, riprendendo fiato tra una frase e l’altra: “ÈstraÈstraÈstra..” fino a quando s’accasciò a terra esausto.

 

Mai nome fu più azzeccato, mai scherzo fu più propizio!

Da oggi Èstra è qui anche per voi!

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